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24 settembre 2021

Convenzione per la costruzione di un silo: sì ai miglioramenti ambientali, ma ferma opposizione a richieste di dismissione

Dopo quasi due anni dalla richiesta di realizzare un silo all’interno della Cementeria Buzzi Unicem di Monselice, per migliorare la gestione delle materie prime, anche in ottica ambientale, il Comune ha recentemente subordinato il suo assenso alla dismissione dell’impianto, con un percorso amministrativo poco trasparente, che ha costretto l’Azienda a rinvolgersi al TAR Veneto per la tutela delle proprie ragioni, dei propri dipendenti e dell’indotto, nonché di un’attività industriale tra le più performanti di settore a livello nazionale.

In questo contesto, negare a Buzzi Unicem la possibilità di realizzare il silo significa opporsi ad un’opera minimale e perfettamente integrata nelle strutture esistenti, che ottimizzerebbe la gestione degli ossidi di ferro, contenendo fortemente i possibili fenomeni di polverosità diffusa, riduzione che era stata in passato sollecitata dalla stessa amministrazione comunale e dai comitati, che ora si oppongono.

Soprattutto, va smentito che la proposta di convenzione avanzata dall’Azienda non recepisca le richieste avanzate dal Comune e dal Parco Colli nel corso del procedimento, dal momento che la Società ha proposto e acconsentito ad obbligarsi a numerosi miglioramenti ambientali, tra cui:

  • non aumentare la capacità produttiva e la portata dei fumi
  • ridurre spontaneamente gli attuali limiti di emissioni previsti nell’A.I.A.
  • non aumentare il traffico indotto
  • fornire apposite garanzie sulla futura rimozione dell’opera
  • valorizzare un caseggiato adiacente alla Cementeria per attività di interesse generale a beneficio di cittadini e associazioni locali

Dopo aver definito tali termini, il Comune, invece, si è scostato totalmente dalle conclusioni a cui erano giunti i lavori istruttori, vanificandone di fatto la funzione e presentando, all’ultimo momento, un testo concordato con i comitati, che vorrebbe vedere iniziare la dismissione dell’impianto nel giro di qualche anno e una formale rinuncia ai combustibili alternativi, senza alcuna ragione tecnica e ambientale, come è stato ormai a più riprese chiarito da tutti gli Enti tecnici nel corso degli ultimi anni.

È inoltre agli atti che queste richieste comunali non siano state ritenute tecnicamente congrue nemmeno dagli uffici comunali, dimostrando la loro incompatibilità con le finalità dell’art.19 del Piano Ambientale e la loro totale sproporzionalità rispetto all’intervento proposto.

Quanto ai combustibili solidi secondari, il tema non è all’ordine del giorno né l’Azienda ha fatto alcuna richiesta a riguardo, nonostante la pretesa comunale sia oggi in antitesi alle disposizioni nazionali ed europee di miglioramento delle prestazioni ambientali ed emissive di questa tipologia di impianto.

L’Azienda ribadisce, in conclusione, l’intenzione e la disponibilità a perseguire il costante contenimento dei propri impatti ai fini dell’ottimale inserimento nel territorio che la ospita e del miglioramento continuo delle proprie prestazioni, in linea con le disposizioni del Piano Ambientale.

Al contempo, non può accettare condizioni di dismissione o riconversione o effettuare rinunce, che non sono pertinenti all’oggetto della convenzione in discussione, come chiarito da svariate pronunce del TAR e recenti pareri regionali, e – soprattutto – che non ritiene si pongano nell’ottica di perseguire l’interesse generale di salvaguardia del territorio, dell’ambiente e dell’occupazione.