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Via libera al CSS nello stabilimento di Vernasca
05 febbraio 2021

Via libera al CSS nello stabilimento di Vernasca

Il 7 gennaio 2021 il Tar del Lazio ha respinto l’impugnazione proposta dai comitati della Val d’Arda contro i provvedimenti autorizzativi che hanno consentito l’introduzione del CSS-combustibile presso la Cementeria di Vernasca, nonché contro lo stesso Decreto Ministeriale (D.M. 22/2013 - Decreto Clini) che stabilisce le condizioni di utilizzo del CSS-combustibile nelle cementerie e nelle centrali termoelettriche.

Il TAR del Lazio, inoltre, chiarisce che la Società ha portato avanti correttamente tutti gli iter amministrativi e ha ottenuto in maniera legittima le autorizzazioni necessarie per l’utilizzo del CSS-combustibile (Valutazione di Impatto Ambientale e modifica dell’Autorizzazione Integrata Ambientale).

La sentenza rinforza la direzione intrapresa da Buzzi Unicem che, da anni, investe sull’innovazione tecnica per accelerare il percorso di decarbonizzazione e, di conseguenza, promuovere un modello di economia circolare, ricorrendo sempre meno a risorse fossili non rinnovabili.  L’impiego del CSS risulta dunque conforme alle politiche europee per la creazione e promozione dell’economia circolare, nel pieno rispetto della gerarchia europea dei rifiuti.

Il pronunciamento dei giudici, inoltre, chiarisce la portata del principio di precauzione, spesso invocato a sproposito per bloccare iter amministrativi rigorosi e approfonditi in base a semplici, seppur legittimi, timori. I dubbi di comitati e stakeholder meritano di ricevere ascolto e risposta, in modo aperto e trasparente, portando sul piano del confronto conoscenze scientifiche, dati statistici e rilevazioni emissive, nonché validazioni accademiche: tutti elementi prodotti nel caso in questione che hanno ricevuto puntuale riscontro. Vietare la realizzazione di un’opera per il principio di precauzione presuppone però - chiariscono i giudici - un’effettiva incertezza scientifica sulle sue conseguenze, incertezza che, nel caso analizzato non esiste.

La sentenza segna un indubbio chiarimento con una portata di interesse nazionale.