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Il recupero ambientale dei siti estrattivi

Sul sito estrattivo, al fine di ricostituire gli ambienti e gli habitat, contestualmente al proseguimento dell’attività di cava, vengono eseguite una serie di operazioni, quali: riporto di terra, consolidamento della stessa, interventi di regimazione delle acque, inerbimenti e piantumazione di specie arboree ed arbustive.

Gli obiettivi prioritari del recupero ambientale dei siti estrattivi sono:

•          Garantire la stabilità dei luoghi attraverso rimodellamenti e morfologie adeguate

•          Rimodellare l’area e integrarla nel contesto circostante, attraverso l’utilizzo di piante autoctone e di materiale di scopertura

•          Ricostituire e potenziare gli habitat ricercando la massima diversità biologica e morfologica

•          Valorizzare l’area recuperata: l’intero sito estrattivo, o parte di esso, viene destinato a riuso agricolo o alla collettività, rendendolo disponibile per la fruizione pubblica attraverso recuperi con finalità naturalistiche, didattiche, scientifiche e sportive.

 
Morfasso (PC)     Castellazzo Bormida (AL)
     
 
Robilante (CN)   Sant'Albano Stura (CN)

 

Buzzi Unicem, con il fine di integrare al meglio il recupero ambientale, collabora con associazioni ambientaliste quali LIPU, LEGAMBIENTE, Cuneo Birding e altri portatori di interesse locali, nella progettazione e realizzazione degli interventi di ripristino. Ggrazie a queste sinergie ne scaturiscano riutilizzi  a fini naturalistici,  educativi, turistico-ricreativi, culturali e sportivi.

 

Alcuni casi esemplari  di recuperi con finalità fruitiva:

Oasi La Madonnina (Sant’Albano Stura – CN)

Un’oasi creata  realizzando due specchi lacustri ad acque basse, circondati da un’accogliente vegetazione ripariale, che ospita ogni anno centinaia di uccelli migratori o stanziali e centinaia di visitatori (appassionati del genere, birdwatcher, fotografi e famiglie). L’oasi è oggi un punto di riferimento  tra i principali siti della categoria per la varietà di specie ornitiche avvistate.

   

 

Oasi Botanico Ricreativa Ceretto (Carignano – TO)

In questo sito estrattivo tutt’ora in attività, si svolgono attività didattiche e laboratori incentrati su temi scientifici e naturalistici, oltre a interessanti escursioni nel “sentiero natura” che si snoda attorno al lago di cava, tra boschi planiziali e formazioni ripariali.

   

 

• Laghi di pesca sportiva (Castellazzo Bormida – AL e Scansano – GR)

Due laghi ad acque profonde, oggi utilizzati dagli appassionati del settore per l’attività di pesca sportiva che consente all’uomo di conciliare sporto, tempo di qualità e natura.

   

 

Le nostre collaborazioni

     
             
       

 

Progetto Pra da smens con Università degli Studi di Torino

Il progetto nasce per avviare in Piemonte una filiera delle sementi erbacee autoctone a elevata biodiversità, dette ‘sementi per la preservazione’ (come definite dalla direttiva 2010/60/UE e D.Lgs. n. 148/2012) o ‘sementi autoctone di origine locale’ (secondo le ‘Misure di conservazione per la tutela della Rete Natura 2000 del Piemonte’, DGR 54-7409/14 e modifiche), per la realizzazione di inerbimenti con finalità anti-erosive, produttive e ambientali (inerbimenti tecnici, ricostituzione di prati, pascoli, fasce tampone, ecc.). La filiera è stata organizzata con l’obiettivo di ridurre al minimo il numero di intermediari, così da abbassare il costo delle sementi autoctone e renderlo paragonabile a quello delle sementi commerciali attualmente in uso. L’obiettivo è quello di realizzare un portale informatico dei ‘siti donatori’, ovvero delle praterie naturali e semi-naturali certificate dalle quali sarà possibile raccogliere la semente. Il portale rappresenta lo strumento che permetterà alle imprese committenti (impianti sciistici, imprese forestali, cave, aziende agricole, ecc.) di contattare direttamente le aziende agricole aventi titolo di conduzione dei siti donatori, svolgendo quindi una funzione simile a un ‘catalogo delle sementi autoctone’.

Buzzi Unicem aderisce al progetto mettendo a disposizione per la sperimentazione pilota i siti di Robilante (cava Roaschia e cava Gavota Noisa) e Fossano (cava Santo Stefano).